Nel mese di settembre il dottor Vincenzo Madonna ha partecipato come relatore al 2nd European Medacta Kinematic Alignment Summit svoltosi presso l’Università di Oxford. 

Si è trattato di un’occasione unica di confronto e aggiornamento sulla tematica dell’allineamento cinematico nella chirurgia protesica di ginocchio, una tecnica innovativa che mira a ricreare la cinematica originaria del ginocchio stesso, tenendo in considerazione la conformazione anatomica specifica di ciascun paziente e le differenze morfologiche tra una persona e l’altra. 

Abbiamo posto al Dottor Madonna alcune domande per scoprire le ultime novità sull’allineamento cinematico emerse nel corso dell’evento.

Dottor Madonna, a settembre ha partecipato a un summit sull’allineamento cinematico; che cosa può dirci in merito?

E’ stato in effetti il primo meeting dedicato esclusivamente all’allineamento cinematico nella protesica di ginocchio ed è stato un evento speciale anche perché ha visto la partecipazione di tutti gli opinion leader mondiali in questo campo; uno su tutti il chirurgo americano prof. Stephen Howell, il “padre” dell’allineamento cinematico.

Abbiamo discusso di allineamento cinematico a 360 gradi, dai principi della tecnica alle tipologie di impianto, dagli studi clinici al problem solving delle possibili problematiche incontrate da chi si approccia a questo tipo di chirurgia, con scambi di esperienze circa gli accorgimenti tecnici utili a garantire un esito chirurgico ottimale.

Sono stati condotti studi scientifici di confronto tra allineamento cinematico e la tecnica tradizionale di allineamento meccanico?

Assolutamente si; mentre fino a pochi anni fa l’allineamento cinematico non aveva grande supporto dalla letteratura scientifica in quanto considerata tecnica ancora in evoluzione, attualmente è disponibile una mole enorme di studi scientifici internazionali, anche di tipo prospettico randomizzato, di confronto con l’allineamento meccanico (la procedura tradizionale di allineamento cosiddetto sistematico, “neutro”, che prevede il posizionamento delle componenti protesiche nella stessa maniera in tutti i pazienti, indipendentemente dalle differenze in termini di anatomia individuale e di allineamento nativo).

Questi studi di confronto hanno documentato in modo chiaro in primis la non inferiorità dell’allineamento cinematico rispetto all’allineamento meccanico, in termini sia di sicurezza che di affidabilità ed in diversi studi anche la superiorità in determinati risultati specifici, come per esempio il tasso di soddisfazione del paziente (un fattore certamente non di poco conto), per il quale è emerso che l’allineamento cinematico risulta essere preferito dai pazienti operati che, grazie a questa tecnica, non percepiscono più la protesi (o la percepiscono molto più “naturale”) come un corpo estraneo.

E rispetto alla protesica monocompartimentale?

Nell’ambito della protesica di ginocchio, la protesi monocompartimentale (che prevede la sostituzione di uno solo dei tre compartimenti del ginocchio) è storicamente quella che dà maggiore soddisfazione al paziente. 

Tuttavia recenti studi clinici basati sui dati emersi da questionari soggettivi sottoposti ai pazienti che avevano subito, rispettivamente, interventi di chirurgia protesica monocompartimentale oppure l’impianto di protesi totale di ginocchio con allineamento cinematico, hanno evidenziato per l’allineamento cinematico risultati molto vicini alla protesica monocompartimentale in termini sia di dolore postoperatorio, sia di percezione della presenza della protesi e sensazione di ginocchio “naturale”. Anche questi dati confermano dunque che la tecnica di allineamento cinematico è in grado di migliorare il tasso di soddisfazione del paziente.

L’articolazione femoro-rotulea può “soffrire” della presenza di un impianto protesico; è così anche con l’allineamento cinematico?

In realtà nella maggior parte dei pazienti sottoposti a chirurgia protesica con allineamento cinematico l’articolazione che sembra più avvantaggiata è proprio quella femoro-rotulea. 

Utilizzando la tecnica dell’allineamento cinematico, infatti, vengono ripristinate le esatte volumetrie simmetriche del rapporto tra la rotula e il femore. 

La rotula quindi “soffre” molto meno della presenza dell’impianto protesico, in termini sia di pressioni articolari, sia di sensazione e dolore quando il paziente sale e scende le scale o quando si alza da una sedia.

Le tecnologie (robotica, realtà aumentata) sono sempre più utilizzate in chirurgia ortopedica; lo sono anche nell’allineamento cinematico?

È vero, il progresso tecnologico ha portato a un utilizzo sempre più esteso del robot e della realtà aumentata anche nell’ambito della chirurgia protesica, al fine di minimizzare le possibilità di errore da parte del chirurgo. E una delle domande che mi fanno più spesso i pazienti che devono essere sottoposti a un intervento di chirurgia protesica di ginocchio è proprio questa: “Mi opera con il robot?”.

In realtà, per quanto riguarda la protesica di ginocchio con allineamento cinematico, da uno studio condotto tra la tecnica standard (con calibro) e la tecnica robotica in termini di precisione di impianto, è emerso che la tecnica di allineamento cinematico calibrato senza l’ausilio del robot ha un margine di errore assolutamente sovrapponibile alla chirurgia robotica. 

In pratica, la tecnica chirurgica con calibro “step by step” che utilizza strumenti manuali è molto riproducibile e garantisce misurazioni con una precisione al mezzo millimetro, non inferiore al robot in cui l’errore massimo è di circa 0,5-1 mm.

Per concludere, cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro nel campo dell’allineamento cinematico? 

La novità più rilevante è che presto avremo a disposizione un impianto protesico espressamente dedicato alla tecnica dell’allineamento cinematico, ossia una protesi con degli accorgimenti morfometrici che consentiranno di raggiungere esiti chirurgici verosimilmente ancora migliori, sia in termini di funzionalità del ginocchio che di soddisfazione dei pazienti.