Le tendinopatie sono una problematica di comune riscontro che rende ragione di quasi un terzo dei consulti con uno specialista ortopedico. Ma di cosa si tratta e come va gestita questa condizione?

Tendini e lesioni tendinee

I tendini sono strutture anatomiche che fungono da connessione tra i muscoli e le ossa. 

In seguito a eventi traumatici o a sovraccarico funzionale (il cosiddetto overuse), i tendini possono subire delle lesioni.

Spesso si tratta di lesioni di origine multifattoriale, caratterizzate da infiammazione e da cambiamenti di natura degenerativa a livello della struttura del tendine.

Il rischio di tendinopatie è più elevato negli sportivi che effettuano allenamenti impegnativi in ​​termini di intensità e durata e caratterizzati da movimenti ripetitivi (tennis, golf ecc.), aumentando così il tasso di usura del tessuto tendineo coinvolto nel gesto atletico, ma anche nei lavoratori che svolgono mestieri e attività manuali che prevedono la ripetizione continua di un medesimo movimento (per esempio, pittori, muratori, giardinieri ecc.).

Le tendinopatie più comuni

Le tendinopatie più comuni sono quelle a carico della cuffia dei rotatori, l’epicondilite laterale (il cosiddetto gomito del tennista) e mediale (il gomito del golfista), la tendinopatia rotulea (il ginocchio del corridore e del saltatore), la tendinopatia achillea, la fascite plantare.

I pazienti con tendinopatia acuta manifestano dolore, ridotta funzionalità e debolezza. 

Il carico ripetitivo può aggravare il dolore e determinare l’insorgenza di microlesioni che possono diventare croniche.

Il trattamento 

In linea generale, il trattamento di una tendinopatia è finalizzato al miglioramento della sintomatologia dolorosa e alla riduzione del processo infiammatorio attraverso la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o mediante iniezioni di corticosteroidi. 

Al trattamento medico si associano inoltre il riposo e un programma di riabilitazione finalizzato al recupero funzionale.

Tendinopatie e medicina rigenerativa 

Alleviare il dolore è un obiettivo importante nel trattamento del paziente affetto da tendinopatia, ma questo non basta. 

È importante affrontare anche il danno tissutale sottostante. A questo scopo, per il trattamento delle tendinopatie talvolta vengono utilizzate anche strategie di medicina rigenerativa, che sfruttano le potenzialità di prodotti derivati dal paziente stesso (definiti autologhi) per favorire una guarigione più rapida. 

Uno di questi prodotti è il plasma ricco di piastrine (PRP), ottenuto in seguito a processazione (filtrazione e centrifugazione) di una modesta quantità di sangue del paziente, e caratterizzato da una conta piastrinica molto più elevata di quella fisiologica (le piastrine contengono numerosi fattori di crescita coinvolti nella riparazione tissutale). 

Il PRP viene quindi iniettato a livello locale, proprio nell’area del tendine danneggiato; la procedura si svolge a livello ambulatoriale.

Nel trattamento delle tendinopatie possono essere utilizzate anche le cellule staminali mesenchimali da tessuto adiposo, che potenzialmente hanno la capacità di trasformarsi in molti tipi cellulari differenti e coadiuvare la riparazione e rigenerazione del tessuto danneggiato in cui vengono introdotte.

All’atto pratico, una quota di tessuto adiposo viene prelevata dal paziente stesso, mediante una procedura di liposuzione (in anestesia locale). Il tessuto filtrato, lavato e frammentato, viene raccolto e iniettato a livello del tendine lesionato.

Nel caso di giovani atleti con tendinopatia, le strategie rigenerative possono aiutare a tornare più rapidamente a praticare sport, ai livelli di performance precedenti all’infortunio.