La cuffia dei rotatori è una struttura anatomica costituita da muscoli e tendini che circondano l’articolazione della spalla (un po’ come una cuffia, appunto), consentono l’esecuzione di movimenti fluidi nei vari piani dello spazio e aiutano a mantenere la stabilità articolare.

Le lesioni della cuffia dei rotatori sono tra le patologie più comuni che colpiscono la spalla. Lesioni parziali (in cui il tendine è ancora attaccato all’osso, ma assottigliato) o la rottura di uno dei tendini della cuffia possono essere determinate perlopiù da problematiche di natura degenerativa nei pazienti di età superiore ai 60 anni oppure, meno frequentemente, da eventi traumatici correlati ad attività sportive che provocano forti sollecitazioni sull’articolazione o attività lavorative che prevedono l’esecuzione ripetitiva di movimenti del braccio sopra la testa (per es. pittore, carpentiere).

Dai sintomi al trattamento

Il sintomo caratteristico associato a una lesione a carico della cuffia dei rotatori è il dolore, che peggiora durante la notte influenzando negativamente la qualità del sonno.

Al dolore si associano limitazioni funzionali a carico dell’articolazione della spalla e una maggiore difficoltà a compiere alcuni movimenti (per esempio, pettinarsi). 

La diagnosi viene posta dallo specialista in seguito all’esame clinico, a specifiche manovre per valutare la capacità di movimento della spalla ed eventualmente agli esiti di esami strumentali, in particolare la risonanza magnetica e un quadro radiografico.

La strategia di trattamento più adeguata per ridurre il dolore e ripristinare la funzionalità articolare viene delineata in relazione al grado della lesione, tenendo in considerazione anche lo stato di salute generale, l’età e il livello di attività svolta dal paziente.

È importante rivolgersi tempestivamente allo specialista per evitare che la lesione peggiori rendendo indispensabile ricorrere a un intervento chirurgico riparativo. 

La terapia conservativa 

In generale, il primo approccio a questo tipo di lesioni è di tipo conservativo e prevede il riposo (evitando qualsiasi attività che causi dolore alla spalla), una terapia farmacologica per ridurre dolore e infiammazione, e il ricorso a terapie fisiche e trattamenti riabilitativi finalizzati al recupero della funzionalità articolare.

Nei pazienti con una lesione iniziale della cuffia dei rotatori, l’esecuzione di esercizi specifici di fisioterapia è spesso in grado di determinare un miglioramento della flessibilità e della forza dei muscoli che circondano l’articolazione della spalla, ripristinando le capacità di movimento e consentendo al paziente di recupere la funzionalità articolare.


La chirurgia riparativa

In caso di lesioni complete del tendine, nelle persone in cui l’approccio conservativo non abbia sortito benefici, o nei pazienti molto attivi può rendersi necessario il ricorso a un intervento chirurgico mirato a riparare la lesione ed eventualmente riattaccare il tendine all’osso. 

Nella nostra pratica chirurgica per questo tipo di intervento ci avvaliamo della tecnica artroscopica, una procedura mininvasiva che consente di accedere all’articolazione attraverso delle piccolissime incisioni cutanee (i cosiddetti portali) e mediante l’utilizzo di una piccola telecamera (l’artroscopio). Le immagini trasmesse dalla telecamera su un monitor vengono utilizzate per guidare strumenti chirurgici specifici e procedere alla sutura della lesione.

Dopo l’intervento

La mininvasività della tecnica artroscopica si traduce in tempi di recupero più brevi e in un decorso postoperatorio meno doloroso rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto, ma dopo l’intervento è comunque necessario un percorso riabilitativo, che gioca un ruolo cruciale nella fase di recupero per un ritorno alle attività della vita quotidiana. 

Nel primo periodo dopo l’intervento, è necessario portare un tutore per immobilizzare la spalla e consentire la guarigione del tendine.

Non appena gli sarà consentito muovere il braccio, il paziente dovrà seguire un programma fisioterapico ad hoc finalizzato al ripristino della funzionalità articolare, con esercizi passivi guidati dal fisioterapista per migliorare la mobilità della spalla e, successivamente, esercizi attivi che consentiranno di aumentare gradualmente la forza muscolare e migliorare il controllo delle braccia.

Un recupero completo richiede tempo, ma l’impegno costante nel seguire le indicazioni del terapista è la chiave per un esito ottimale dell’intervento e per ripristinare la corretta funzionalità dell’articolazione.