Che cosa sono le cellule mesenchimali da tessuto adiposo, come vengono utilizzate e la possibilità di effettuarne il bancaggio: ne parliamo con il dr Arcangelo Russo.

Dottor Russo, ci può spiegare che cosa sono le cellule mesenchimali da tessuto adiposo?

Le cellule staminali mesenchimali (mesenchimal stem cells, MSC) sono cellule che potenzialmente hanno la capacità di trasformarsi in molti tipi cellulari differenti e coadiuvare la riparazione e rigenerazione del tessuto danneggiato in cui vengono introdotte.

Se il tessuto che le accoglie mette a disposizione un ambiente favorevole, le cellule staminali possono non solo riparare e rigenerare il tessuto, ma anche aiutare a recuperare una sorta di equilibrio, mantenendo per esempio il benessere di un’articolazione. Questo consente al paziente di non avvertire dolore e di non avere problematiche senza dover ricorrere a un intervento di chirurgia maggiore come quello di sostituzione articolare.

Ma come ottenere queste cellule? Tendenzialmente l’idea moderna non è più quella di prendere le cellule staminali, farle espandere e moltiplicarle (manipolandole quindi), ma piuttosto di lasciarle nel proprio tessuto, prendere quel frammento di tessuto e innestarlo nel tessuto da riparare. 

La cellula di per sé, infatti, non ha grande capacità rigenerativa se viene lasciata da sola; se invece è mantenuta nel proprio ambiente (la cosiddetta nicchia vasculo-stromale, che contiene le cellule staminali, ma non solo quelle!) ha tutte le potenzialità per poter interagire con il tessuto dove viene innestata e creare quel movimento riparativo, rigenerativo od omeostatico che si vuole raggiungere. 

Questo è ciò che facciamo ogni giorno con l’innesto di tessuto adiposo.

Perché proprio il tessuto adiposo?

Le cellule staminali mesenchimali sono presenti in tutti i nostri tessuti, ma in alcuni di questi, come il tessuto midollare e quello adiposo, sono presenti in concentrazione maggiore. 

Nel tessuto adiposo in particolare, ne troviamo una concentrazione più elevata e una disponibilità e un’attività che si prolungano indipendentemente dall’età del paziente.

Per una questione di senescenza, infatti, nel midollo osseo il numero di cellule mesenchimali dopo i 50 anni è molto bassa, mentre nel tessuto adiposo questa riduzione età-correlata non è così importante.

Qual è la procedura per l’estrazione delle cellule mesenchimali dal tessuto adiposo?

Esistono diverse procedure di trapianto di tessuto adiposo e quasi tutte prevedono una manipolazione minima o assente delle cellule; per tale motivo questa procedura può essere realizzata senza previa richiesta ai comitati etici.

Negli anni sono state studiate diverse tecniche, ma una grande rivoluzione in ambito ortopedico si è avuta con l’introduzione del sistema definito LIPOGEMS, nato dall’idea di un chirurgo plastico. In pratica si tratta di un sistema di microframmentazione e lavaggio del tessuto adiposo in un’unica seduta operatoria. 

Mediante una classica procedura di liposuzione in anestesia locale viene prelevata dal paziente una quota di tessuto adiposo, che viene poi sottoposto a processazione meccanica: il tessuto di fatto viene filtrato, lavato e frammentato. Tale processo consente di mantenere l’integrità della nicchia vasculo-stromale.

Al termine di questo circuito chiuso, il tessuto finale viene raccolto e, in 30-40 minuti, è pronto per essere innestato nel tessuto ricevente, in particolar modo a livello delle articolazioni e dei tendini, oppure per sequele di traumi.

Può essere necessario ripetere il trattamento?

Tendenzialmente con il tessuto adiposo possiamo mirare a raggiungere due obiettivi: 

  • la rigenerazione tissutale
  • il riequilibrio dell’omeostasi articolare, che consente a un’articolazione degenerata di recuperare un equilibrio tale da poter evitare un impianto protesico o comunque rallentare il processo artrosico. 

In un paziente che soffre di artrosi o di artrite (quindi con una componente a carattere anche infiammatorio) è verosimile che in un secondo momento possa essere necessario trattare altre articolazioni, oltre a quella già trattata, e che quindi la procedura debba essere ripetuta.

Quando la procedura va ripetuta, occorre effettuare un nuovo prelievo? 

Per quanto mininvasiva, la procedura prevede comunque un ingresso in sala operatoria per fare un piccolo intervento chirurgico.

L’alternativa può essere effettuare, da parte di un chirurgo plastico in anestesia locale, un unico prelievo di tessuto una tantum, ma di un quantitativo maggiore (circa 6-7 volte il quantitativo di un prelievo standard). Il tessuto viene poi trattato come per la singola infiltrazione e parte di esso viene crioconservato (il cosiddetto bancaggio). 

Nella fattispecie, nello stesso tempo chirurgico viene effettuata l’infiltrazione e il tessuto che deve essere bancato viene inviato alla banca dei tessuti di Cesena, dove viene mantenuto per 6 anni. Gli studi condotti fino a 6 anni hanno infatti fornito risultati in termini di vitalità quasi sovrapponibili a quelli del tessuto appena prelevato. Quando i campioni vengono scongelati, sono comunque effettuati dei test di controllo a garanzia della vitalità del tessuto.

Durante il periodo in cui i campioni sono crioconservati, il curante del paziente può dare indicazione a ripetere l’innesto su un’articolazione, che può essere la medesima già trattata in precedenza oppure un’altra che inizia a soffrire. 

Quindi anziché ricorrere alle classiche alternative (acido ialuronico o cortisone) il medico, su autorizzazione del paziente e specificando la patologia per cui occorre effettuare l’innesto, può richiedere alla banca il tessuto in custodia. 

Il campione bancato può essere impiegato anche per ragioni di natura non ortopedica, per esempio filling o per scopi di chirurgia plastica.

Attualmente, nonostante esistano altri validi sistemi per il trapianto di tessuto adiposo, in Italia l’unico tessuto autorizzato al bancaggio dal Centro Nazionale Trapianti è quello ottenuto con il sistema di processazione LIPOGEMS da noi utilizzato.

Quali sono i vantaggi delle cellule mesenchimali da tessuto adiposo rispetto alle altre strategie conservative?

La nostra esperienza con questo tessuto è iniziata con casi che non rispondevano ad altri trattamenti, quindi verosimilmente il vantaggio dev’essere letto proprio nelle proprietà del tessuto stesso. Si tratta di un tessuto capace di regalarci una regolazione dell’ambiente articolare a 360 gradi e, peraltro, si inserisce in una quota di problematiche degenerative croniche e non curabili ma che comunque devono essere trattate, come la degenerazione cronica della cartilagine. 

Il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo rappresenta un’arma in più per trattare queste problematiche. Mediamente abbiamo la capacità di “raffreddare” l’articolazione, ossia di spegnere quella che è l’infiammazione iniziale e rallentare la progressione della patologia, con l’obiettivo di evitare (o quantomeno rimandare) il ricorso all’impianto di una protesi articolare.

Nel caso di pazienti estremamente magri potrebbe essere necessario cercare un’alternativa al tessuto adiposo, per esempio il tessuto midollare o altri trattamenti.